venerdì 20 novembre 2009

IL BLOG DELLA CASALINGA PROTESTATARIA

la privatizazione dell'acqua
dal blog di Adria...

http://adria.blogolandia.it/2009/11/20/sulla-privatizzazione-dell-acqua/


La Camera ha approvato in via definitiva il provvedimento Ronchi che recepisce una serie di obblighi comunitari e nel quale e’ prevista la privatizzazione delle reti idriche. I voti a favore sono stati 302 a fronte di 263 contrari. I deputati presenti e votanti sono stati 565, la maggioranza richiesta era di 283 voti.

Prima di scrivere questo post ho cercato di informarmi meglio sui dettagli di questa legge sulla privatizzazione dell’ acqua e francamente ho trovato tutto e il contrario di tutto, un caos totale dove non si sa a chi credere.
A sentire Ronchi non esisterebbe di fatto la volontà di privatizzare l’ acqua ma di adempiere ad una normativa europea esistente e di dare in gestione a privati la distribuzione. A sentire Vendola invece non ci sarebbe nessuna regola europea che inporrebbe la privatizzazione.

Per Legambiente scende in campo il presidente V.C. Dezza che dice: “Con questa legge si disperde e si mercifica un patrimonio prezioso, bene comune, il cui utilizzo deve rispondere ad assoluti criteri di utilità pubblica”.

Da quel poco che ho potuto capire gli enti istituzionali (stato, regioni e comuni) possono decidere autonomamente se dare in gestione a privati o gestire direttamente. Ma i problemi secondo me sono altri.

Innanzitutto partiamo dall’ inizio, in Italia sappiamo per certo che il 50% dell’ acqua viene persa per colpa delle fatiscenti condutture che avrebbero il compito di portarcele fino ai rubinetti di casa, sappiamo che una buona parte dell’ acqua viene consumata nelle irrigazioni e persa di conseguenza.

A fronte di un sicuro innalzamento dei costi in bolletta se gestita da privati è possibile pensare che con un servizio migliore e una programmazione che tenga conto di manutenzioni alla rete periodiche si possa recuperare quello che si perde quotidianamente con la gestione pubblica?

La gestione affidata ai privati in Italia non sembra eccellere per qualità, in ogni campo. Secondo me è questo il punto di vista dal quale partire, non dimentichiamoci che ci sono zone nella penisola in cui la privatizzazione andrebbe ad ingrassare le già piene pancie di organizzazioni mafiose. Senza contare le intrusioni politiche di una e dell’ altra sponda.

Comunque, per finire, gestione delle strutture e distribuzione ai privati con l’ obbligo di manutenzioni eccellenti e gestione della risorsa naturale da parte del pubblico. L’ acqua dovrebbe rimanere un bene comune.




Abbiamo un classe dirigente di Ogm e rischiamo di diventare un Paese di zombies di Oliviero Beha (behablog.it)

C’è qualcosa che va oltre il disegno di legge sulla riforma dei processi, la prescrizione breve, il tentativo ovvio del Premier di salvarsi la ghirba tornata a rischio dopo la bocciatura dell’incostituzionale Lodo Alfano.
Qualcosa che supera il derby tra coloro che si oppongono, a parole o nei fatti politici (qui è già più dura, a quanto pare, è un Paese forte agli orali ma debolissimo agli scritti cioè quando si tratta di mettere a repentaglio vantaggi e privilegi…), a Berlusconi e gli italiani che lo votano o lo appoggiano “anche” in queste circostanze così scivolose. Scivolosità in primis costituzionale se ancora vale quell’articolo 3 su “La Legge è uguale per tutti” che campeggia nelle aule dei tribunali (idea: e se togliessimo la scritta come si è fatto per il crocefisso?...).
Voglio dire che non sto qui a menarla ancora su Berlusconi.




Mi interessa invece lo stato del Paese.
Fate con me un esercizio di astrazione: se l’interesse specifico del Presidente del Consiglio, il suo pallino da quindici anni e più, da prima di entrare in politica, cioè l’evitare di essere processato per una serie di vicende perché “le toghe sono rosse” (se lo condannano: se assolto o prescritto, sono azzurre), si discutesse nel clima sociale ed economico di-che so-anche solo tre anni fa, sarebbe tutto diverso.


Ve lo ricordate il Paese tre anni fa?
Vi ricordate che non si parlava di crisi, che la bolla dei mutui subprime e della finanza di carta truccata (ovviamente poi collegata con una tempistica differente alla crisi dell’economia reale) non era di dominio pubblico malgrado qualcuno l’avesse paventata da tempo (Sylos Labini, tra gli italiani, ma molti altri economisti in giro per il mondo)?
Che la borsa era forte, il mercato del lavoro ancora in palla, l’idea di futuro ancora espansiva eccetera eccetera?
Questo dunque oltre Berlusconi e Prodi, per intenderci, questo nel cuore della quotidianità italiana con tutti i problemi in nuce che oggi si sono sviluppati?
La “bolla Italia” forse permetteva di parlare dei processi a Berlusconi, delle contrapposizioni politiche, delle speculazioni di parte “come se” fosse tutto vero, cioè davvero fossimo di fronte al principale problema del Paese.
Ma oggi?
Guardatevi intorno, chiedete a un giovane laureato con il massimo dei voti se non fatica a fare lavoretti da poche centinaia di euro al mese giacché nessuno risponde neppure all’invio del suo curriculum.
Chiedete ai tanti che non hanno credito dalle banche (mentre i soliti noti continuano a essere irrorati dal denaro con una facilità che mette paura pur non essendo “solvibili”, cfr. il caso Zunino/Risanamento per tutti) e sono ridotti allo “strozzo” dell’usura.
Chiedete a una generazione di lavoratori senza stipendio “sul tetto”, davvero “Un’Italia sul tetto” a protestare mentre la “casta” insiste tranquillamente senza pagare dazio.
Chiedete a chi occupa le fabbriche e le aziende mentre i datori di lavoro troppo spesso spostano sulla loro scacchiera i capitali rendendoli “invisibili” (l’episodio del tentato sgombero dei lavoratori dell’Eutelia con guardie private che si spacciavano per forze dell’ordine non è un soggetto cinematografico ma l’epigrafe di una disperazione e di uno stravolgimento complessivo).
Chiedete agli italiani con meno lavoro e meno soldi quanto il processo di integrazione con gli immigrati venga reso più difficile, il clima più torbido, la ragione più lontana, i sentimenti meno “sentiti” e più evanescenti.

Potrei continuare, ma è la nostra vita di tutti i giorni che dovreste conoscere bene, anche se solitamente i media o non la raccontano o la raccontano a tesi, per usare questa realtà come munizione contro qualcuno (cfr. il mio saggio “I nuovi mostri”), contro Berlusconi o contro De Benedetti eccetera eccetera (ma il primo governa).
Per questo l’abbozzo di “affresco Italia” che faccio qui stride, cigola, strazia nella contraddizione con il “problema giustizia del Premier”.
Esso è paradossalmente un lusso che non ci possiamo più permettere, perfino oltre la bontà/cattiveria dei lodi nel merito.
Ma non lo vogliono capire.
Non lo possono capire.
E’ una classe dirigente di OGM, di organismi geneticamente modificati, ormai.
Rischiamo di diventare un Paese di zombies.
13 novembre 2009



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1 commento:

  1. Cara Laura, posso dirti che in merito alla direttiva europea, riguardo la privatizzazione dell'acqua, Ronchi probabilmente si riferisce alla famigerata "direttiva Bolkestein", norma della quale, se i deputati italiani svolgessero il loro mestiere, sarebbero a conoscenza e la sbatterebbero in faccia a tutta la maggioranza, perchè in quella direttiva nessuno obbliga nessuno a privatizzare l'acqua: la storia dell'obbligo comunitario è sabbia negli occhi. Ti rimando ad un post sul mio blog per maggior informazioni riguardo i numeri dell'affaire 'ACQUA'.
    http://lucarinaldi.blogspot.com

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